Ho ucciso un uomo, ma non è la prima volta.
Un altro l’ho lasciato a terra agonizzante, era solo un ragazzino, ma si è messo in mezzo, che dovevo fare?
I soldi servono alla rivoluzione, e anche per questo schifo di Nazionali senza filtro.
Ora dormo saporitamente, la puzza di sangue dentro il naso, si… il sangue puzza assai assai, ma è necessario agli angeli della rivoluzione, di ogni umana rivoluzione.
Non c’è umana giustizia che non preveda spargimenti di sangue.
Come nella douce france ai tempi del terrore, quella Francia che mi avrebbe accolto come un fratello perseguitato in nome della lotta contro lo stato borghese.
Ho tradotto, ho scritto, ho bevuto sorridendo nei salotti radical chic della meglio Parigi, amato e protetto, mica in Francia si può mettere in galera Voltaire.
Ma io ho ucciso, una, due volte, forse di più. L’avete capito, compagni, io ho ammazzato!
Ma… non me lo ricordo più. Non me lo ricordo più cosa si sente quando entri in una gioielleria, intimi di darti tutto il fondo cassa, e poi vedi negli occhi di quell’uomo la paura carnosa, sudata, e tu lo odii quello sguardo che t’implora di non fargli del male, ti fa schifo guardare la paura dell’altro,quell’uomo ridotto a verme implorante.
La tua stessa paura di uomo.
“Ma che cazzo fai?”-“posa quella pistola!!” “Gioielliere, servo.....butta a terra la pistola, chè ti faccio saltare il cervello!!!”
Poi il buio. L’indice schiaccia sul grilletto, non vuole altro, non sente pietà alcuna. Vuole soltanto ammazzare.
Ma No! Ma quali ideali e quale lotta comunista!
E’ la bestia dentro di me, la bestia assetata, la fronte sudata, le mani ghiacciate.
Il nulla, il nulla come polvere di ruggine che scortica ogni volto.
Ho ucciso il nulla, ecco perché sono innocente, ecco perché sorrido da innocente.
Non voglio perdono, non voglio giustizia, perché io non ho ammazzato.
Io non ho ammazzato nessuno……………
………………… ho solo sparato al nulla in nome di un ideale del niente.
Dov’è dunque la mia colpa?
Davanti al mio vuoto a perdere, anche la più ostinata redenzione scuote i calzari e cambia strada.
Memorie di un Battisti minore